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sabato 26 settembre 2015

NON VOGLIO NOIE NEL MIO LOCALE!


Questa Amministrazione è allergica al confronto e alla discussione quando si entra nel merito, vive con fastidio il dibattito e predilige i monologhi retorici del Sindaco, sovrano con diritto di vita o di morte sui pensieri altrui... L'ultima seduta del Consiglio comunale di mercoledì 23 settembre si è rivelata, dal punto 5 in poi, uno dei momenti più avvilenti della mia esperienza politica a Buja.
 
L'ordine del giorno della serata poteva essere superficialmente ritenuto tecnico, dedicato alle consuete variazioni di bilancio. Pratiche normali, soprattutto per un'Amministrazione carente nella capacità di programmazione come si sta rivelando quella attuale guidata da Stefano Bergagna. Entrando però nel merito di alcune di queste variazioni di bilancio ci si trova di fronte a temi politici, temi che meriterebbero un ampio e coinvolgente dibattimento. Molti dei punti in discussione mercoledì scorso erano infatti attinenti al finanziamento pubblico verso Enti religiosi e scuole private, entrambi unicamente di natura cattolica.
 
 
Se diamo per scontato che questi argomenti non debbano divenire oggetto di confronto civile allora si possono declassare a semplice passaggio tecnico. Se, invece, come io credo, riteniamo che parlare oggi del rapporto tra lo Stato laico - e tutte le sue istituzioni - con il mondo delle religioni sia attualità politica, un Consiglio comunale può e deve farsi interprete delle diversità di pensiero sul merito.
 
 
Di fronte alla "Ratifica deliberazione d'urgenza della Giunta Comunale n.139 del 15/09/2015 avente ad oggetto: Variazione n.3 al Bilancio di previsione 2015" (punto 5 odg), che prevede

 
  • Un ulteriore incremento del finanziamento alle scuole private convenzionate di 8.000 euro (oltre i 40.000 già previsti).
  • Un ulteriore incremento dei contributi a "Pro Buja e Associazioni Sociali" di 15.000 euro (oltre i 29.000 già previsti), che si rivela in realtà destinato per 10.000 euro alla realizzazione di un accesso non ben definito per persone disabili per l'ingresso della Chiesa di S. Stefano.

Qualche domanda era lecita da parte nostra.


Quando parliamo di scuole private paritarie nel caso in questione stiamo parlando di scuole cattoliche. Significa che su una variazione di bilancio di 49.400 euro, almeno 18.000 sono destinati ad Enti in qualche modo appartenenti alla Chiesa cattolica. Un pensierino nasce spontaneo, visto che queste realtà ricevono già contributi regionali, che la Chiesa cattolica beneficia dell'8x1000, dell'esonero dal pagamento delle tasse sugli edifici di proprietà ecclesiastica qualificati come luoghi di culto (molti utilizzati in versione commerciale e con lucro), dei contributi nazionali per il mantenimento degli edifici di culto intesi come beni culturali, ecc. Possiamo pensare ad un limite?

A proposito di religione, Dio sa quante volte noi di Buja bene comune abbiamo richiamato l'Amministrazione in carica ad una maggiore attenzione riguardo l'abbattimento delle barriere architettoniche proprio per una più semplice mobilità dei disabili. I soldi non ci sono mai in questo caso. Se il monsignore chiede, però (assolutamente lecito chiedere da parte sua, sia chiaro) le sostanze si trovano. Su altre utilità per la cittadinanza c'è il paravento del patto di stabilità, la crisi, altre priorità, ecc.

Mercoledì sera ho ritenuto giusto aprire un dibattito, avrei voluto parlare dell'articolo 33 della Costituzione, della Legge 62/2000, cercare di mettere a confronto in termini di assoluta civiltà pensieri diversi. So bene che per molti è ormai "normale" vivere in un brodo culturale impregnato di una appiccicosa ambiguità nei rapporti Stato/Chiese. Per me non è così, ritengo che gli Stati confessionali o finti laici siano un grosso limite per l'evoluzione delle società, posso dirlo? Possiamo parlarne in un Consiglio comunale? Vorrei tanto ascoltare anche il pensiero di chi la vede in modo diverso. Un pensiero articolato sul merito però non delle battute di bassa lega.

Mercoledì questo non è stato possibile. Dopo aver espresso le mie perplessità ho dovuto subire una sorta di lezione di moralità dal Sindaco, dall'assessore Guerra e dal consigliere Zontone. Chi mi accusava di essere anticlericale a prescindere, chi mi accusava di non avere a cuore i disabili, chi mi rinfacciava di aver dato vita ad un progetto scolastico alternativo, come per dirmi "ma di che cosa parli proprio tu?!". Salvo poi ritirare la manina dato che la realtà di cui parlava Guerra è totalmente autosostenuta da chi la fa vivere, una cooperativa di genitori.

Ho dovuto alzare la voce perché si voleva impedire uno scambio di idee. Sì perché... allora che ci stiamo a fare lì? Istintivamente ho detto -"va bene, mi taccio, fatevi pure il vostro Consiglio nel vostro confortevole fortino". Che senso ha?

Il colmo è stato raggiunto quando il Sindaco Bergagna, colto da afflato samaritano, ha pontificato sul fatto che queste realtà private cattoliche accolgono anche bambini e ragazzi extracomunitari. Ma come, il Sindaco pensa che si tratti di uno slancio meritorio o di una compassionevole concessione? Non dubito delle ottime intenzioni e pratiche delle due scuole ma va detto chiaro che le scuole paritarie devono accogliere tutti come requisito base per essere definite paritarie.
Ammiro sempre questo spirito da buon cristiano del Sindaco, la stessa persona che si scaglia contro "Zingheri e negri" (come scrisse su Facebook) per opportunismo elettorale e per spirito di mal riposto cameratismo con le sue frequentazioni.

E' stato francamente avvilente, tutti zitti e allineati gli esponenti della maggioranza, un po' timidi anche gli amici della minoranza vicini di banco in Consiglio. So che il tema è delicato, uno di quei terreni mobili su cui si rischiano i voti. Ma proprio questi sono gli argomenti su cui varrebbe la pena di esprimere alta e buona politica, in difesa della democrazia compiuta.
 
Per rispondere anche ad eventuali semplificazioni giornalistiche spiego in breve i motivi che hanno portato alla posizione assunta in Consiglio su questi temi:

Vista la situazione sul campo, avremmo dato anche noi il nostro voto favorevole. A patto però che si fissasse un tetto, un limite a queste elargizioni. Almeno un orizzonte temporale che non impegnasse altre Amministrazioni future. Tutto qua. Di questo non si è potuto di fatto discutere, la situazione è rimasta quella prospettata dalla maggioranza, il resto della minoranza non ha ritenuto di esprimersi sui punti 8 e 9 votando a favore o astenendosi. A quel punto non potevo che esprimere un voto contrario. Un voto assolutamente non ideologico, sia chiaro!
 

Comprendo anch'io lo stato di fatto, queste scuole sono da molto tempo un riferimento importante in ambito locale, nello stesso tempo, non si può tacere che qui come nel resto d'Italia la presenza di queste realtà collegate alla Chiesa sia stata per molti versi ingombrante riguardo lo sviluppo della scuola pubblica. 

Possiamo quindi ritenere utile alla collettività quanto i due Enti in questione fanno. Non si può, tuttavia, non porre dei limiti a questo sostegno pubblico a realtà private che di fatto è escluso dalla stessa Carta Costituzionale. Insomma, siamo aperti a considerare l'importanza che rivestono sul nostro territorio ma con dei limiti. Questo è, nessun anticlericalismo evocato dall'assessore Guerra. Noi siamo per privilegiare la distribuzione di risorse alla scuola pubblica, senza demonizzare nessuno ma tenendo conto di un senso di equilibrio che uno Stato laico dovrebbe mantenere.

Vorrei solamente che non dovessimo essere tutti fagocitati in una sorta di Pensiero Unico, dove ci si balocca a dipingere chi la pensa diversamente come un cigno nero. In fondo poi sappiamo che i cigni neri possono tornare utili nello sviluppo delle coscienze.

E' così difficile in Italia concepire lo Stato e le sue istituzioni come il luogo di tutti? Qualunque sia il colore, la religione, il pensiero?

Credo che anche a Buja si possa sperare in questo...

Marco Virgilio