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sabato 26 maggio 2012

LAVORO E IMPRESE


Foto da http://www.dmelektron.com
Esuberi DM Elektron di Buja
La crisi del lavoro ci tocca da vicino

Che la crisi continui a picchiare duro è un dato di fatto ormai noto a tutti. Come pure che nessuno ormai ne sia indenne, neppure l’operoso nord est italiano e tanto meno la nostra Regione nè il Friuli "salt,onest e lavoradôr".
Dopo la comunicazione della apertura di una procedura di mobilità (cioè di licenziamento) per 38 operai della Siat e Pittarc del gruppo Pittini, è di questi giorni la notizia che una azienda del nostro Comune, la DM Elektron, avvierà le pratiche per attivare un anno di contratto di solidarietà, accompagnato da 40 “esuberi”. L’azienda intende rispondere così ad una situazione di contrazione dei fatturati. Sembra tutto logico, quasi un percorso obbligato; forse lo è. Quello che però è il caso di ricordare è che i 40 “esuberi” sono 40 persone, con dietro 40 famiglie, che resteranno senza lavoro. E' ora di comprendere che utilizzare dei freddi termini tecnici non attenua il peso di decisioni che incidono pesantemente su tanta umanità, in questo caso un'umanità molto vicina a noi. I 40 "esuberi" si traducono in decine di donne e uomini di diversa età, in cinquanta o più bambini a cui si rischia di negare un futuro. Compressi dalla crisi, che potrà toccare anche chi ora se ne sente solo sfiorato, possiamo e dobbiamo riaccendere meccanismi di solidarietà reale, come collettività, quindi come cittadini e come istituzioni. Pensiamo come società e non come individui sparsi, cerchiamo forme e strumenti che non facciamo sentire solo chi si trova in difficoltà così gravi se non vogliamo arrivare in breve ad una disgregazione totale, forse pericolosa anche per la democrazia. Troppi lavoratori e molti imprenditori sono rimasti soli di fronte a questa crisi di sistema e si sono sentiti persi con conseguenze tragiche. Per questo ci sentiamo in dovere di esprimere la nostra solidarietà ai lavoratori ma anche di sollecitare, particolarmente in questo momento, tutti i soggetti coinvolti, azienda, sindacati, istituzioni pubbliche, a compiere quanto in loro potere per evitare questo ulteriore arretramento sul fronte dell’occupazione. Sappiamo che gli Enti locali hanno poca voce in capitolo di fronte a queste situazioni, nonostante ciò riteniamo che l’Amministrazione comunale di Buja debba assumere il ruolo più attivo possibile a tutela del lavoro ed in particolare di questi lavoratori. Da parte nostra ci dichiariamo disponibili ad un incontro con gli stessi ma anche con i vertici aziendali ed i sindacati al fine di comprendere meglio i margini di manovra.
Ci auguriamo anche che, al fine di non giocare sempre in difesa, situazioni di questo tipo possano generare, nella collettività in generale e nella comunità bujese in particolare, una profonda riflessione sulla necessità di ricercare nuove strade e nuovi scenari  produttivi per garantire il diritto al lavoro sia nel settore manufatturiero che in quello della agricoltura e dei servizi:  anche nella nostra realtà  è ormai ora di ripensare criticamente il modello di sviluppo fino ad ieri imperante ma oggi chiaramente in crisi.