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venerdì 4 maggio 2012

ORRORI SUL WEB

Invasi da "negri" e "zingheri" ?

Discutendo della campagna elettorale su Facebook può capitare di leggere post come questo riportato a fianco (clicca sull'immagine per ingrandirla), opera dell'attuale Sindaco facente funzioni Stefano Bergagna. A scanso di equivoci e strumentalizzazioni, ricordando che sono seguite anche delle scuse per il termine "negri" utilizzato nel testo (non per gli orribili concetti espressi!), pensiamo che sia ora di finirla con queste pillole di veleno espresse superficialmente, da chiunque arrivino. Sono semi di  disgregazione sociale, soprattutto in realtà delle dimensioni di Buja di cui non si sente proprio il bisogno di questi tempi. Affinché parole simili, a maggior ragione difficili da digerire in quanto espresse da un rappresentante istituzionale e di tutti i cittadini (parole che feriscono tutti ed in particolare chi è venuto a vivere in queste terre nella speranza di una vita migliore), non si debbano più leggere o ascoltare, ecco di seguito alcune brevi riflessioni per definire meglio i confini della realtà rispetto ad una propaganda di basso cabotaggio. 

  • E' memoria storica condivisa: siamo un paese di migranti, adusi a “lâ pal mont”. La  gente del nostro paese si riconosce nelle speranze, nelle mani e negli occhi di ogni persona che “e va pal mont”.
  • Della nostra pecularietà bujese (snait, inzen, lenghe; savê fâ, savê jessi) andiamo fieri, sentendoci orgogliosamente “diversi da”. La “diversità” ci ha sempre connotati, connaturando e alimentando così il rispetto per ogni altra diversità.
  • Siamo terra di confine, significativo esempio di incroci millenari di popoli migranti, di lingue e di storie, da cui abbiamo tratto insegnamenti e culture anche  materiali.
  • Gli stranieri (bianchi o neri o di altro colore, comunitari od extracomunitari, che costituiscono nella nostra provincia circa l'8% della popolazione residente e nel nostro comune il 4,6 %) occupano nella nostra regione meno del 10% degli alloggi di edilizia popolare (ATER). 
  • I Rom e i Sinti sono in gran parte cittadini italiani da molte generazioni e come tutte le persone hanno diritto al rispetto non solo loro ma anche dei loro nomi e cognomi, delle loro famiglie e delle loro lingue e delle loro culture. 
  • Gli stranieri come tutti i cittadini lavorano, pagano le tasse, icontributi per le pensioni, il mutuo o l'affitto, le bollette, portano i figli a scuola, pregano, protestano, faticano, come tutti,  nella ricerca di vivere dignitosamente e di offrire un futuro migliore ai loro figli.
  • Gli stranieri che magari assistono i nostri anziani, lavorano nei nostri ospedali e nelle nostre fabbriche, i cui bambini vanno a scuola  e giocano,  parlando italiano e friulano, sono ormai  parte della nostra comunità e quotidianamente contribuiscono  a costruirne il futuro accanto e insieme a tutti noi  e siamo fieri di questi nuovi concittadini.
  • Signor sindaco-facente funzione, ricordi che è perfettamente opportunista ed altamente ipocrita cingersi della fascia tricolore e consegnare la copia della Costituzione ai neodiciotenni e poi non rispettarla nè onorarla, nè nei fatti nè nelle parole: i princìpi fondamentali della nostra Costituzione Repubblicana sono la ispirazione del nostro essere cittadini e il fondamento della nostra coesione sociale.