Alcune considerazioni rispetto alla graduatoria dei quarantasei comuni ricicloni della provincia di Udine, stilata da Legambiente e comparsa sul quotidiano il Messaggero Veneto di lunedì 11 luglio.
Il criterio per poter entrare in classifica non era solamente la percentuale di rifiuto riciclato, ma anche la quantità di secco residuo pro capite, che non doveva superare i 75 chilogrammi per abitante all’anno.
La logica vorrebbe che più si ricicla meno secco residuo si produce e questo certamente vale per il primo classificato. Il comune di San Vito di Fagagna infatti, ricicla l’84,3 % dei rifiuti, ha un residuo secco per abitante di 38,7 kg/anno, quindi ogni abitante produce circa 250 kg all’anno d’immondizie.
Il comune di Buja, che è 39°, ricicla l’81,4% dei rifiuti, ha un residuo secco per abitante di 73,00 kg/anno e quindi ogni abitante di Buja produce poco meno di 400 kg all’anno d’immondizie.
Se prendiamo un altro comune a noi vicino, con numero di abitanti simile come Majano, abbiamo i seguenti risultati: 78,70% di riciclato, 67,50 kg di indifferenziato per persona all’anno e poco più di 310,00 kg all’anno di immondizie.
Questo cosa vuol dire?
E’ probabile che l’alta percentuale di rifiuti riciclati nel nostro comune non sia reale, ma solo il risultato di un calcolo matematico. Produco “tot”, levo la quota di indifferenziato che raccolgo settimanalmente, quello che rimane è rifiuto riciclato. Poi bisognerebbe andare a vedere cosa ho riciclato: i cassonetti sono sotto gli occhi di tutti e ognuno si può fare un’opinione di come vengono usati.
Detto ciò non si può negare che comunque il Comune di Buja nella graduatoria di Legambiente è l’unico che non si serve dei servizi di A&T 2000, ma di quelli della NET. Infatti su 46 Comuni ben 28 aderiscono ad A&T 2000; gli altri - eccetto Buja - fanno parte della Comunità Montana della Carnia e, per la quasi totalità, la raccolta viene fatta porta a porta. Un tipo di raccolta che, evidentemente, paga non solo in termini di riciclo ma anche di produzione totale di rifiuti.
L’obiezione che è sempre stata mossa dalla nostra amministrazione, per non aderire al porta a porta sono gli alti costi ed il conseguente innalzamento delle tariffe ai cittadini, che tale sistema comporta. Non sembra proprio così, l’ultima bolletta pagata dalla nostra famiglia (3 persone) è di € 180,00, una famiglia analoga di San Vito di Fagagna paga € 210,00 ed una di Pasian di Prato 179,00, in tutti e due i casi con fornitura di sacchetti compresa (fonte sito di A&T 2000).
Ribadisco, come già fatto in altre occasioni, che il sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta, è da preferire all’uso dei cassonetti, soprattutto se questo avviene senza una costante, precisa e frequente sensibilizzazione dei cittadini. Se poi la tariffa viene composta da una quota fissa e da una quota corrispondente all’effettivo peso dell’indifferenziata che ogni nucleo famigliare produce, il gioco è fatto. Possiamo ridurre la produzione di rifiuti e non innalzare le tariffe, anzi per i più virtuosi ci sarebbe anche una riduzione.
Ormai la fase di sperimentazione è superata, possiamo prendere d’esempio gli altri Comuni a noi vicini e finalmente adottare il sistema porta a porta? Capisco che all’inizio può sembrare non facile ma se l’hanno fatto gli altri noi non saremo mica da meno….
a cura di Mauro Pignataro