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martedì 25 febbraio 2014

BERGAGNA E LE VITTIME EBRAICHE, OMOSESSUALI E ZINGARI

Su una pagina Facebook gestita dal Sindaco di Buja Stefano Bergagna il giorno 10 febbraio è apparso il post che pubblichiamo in virgolettato di seguito. Negli intenti del primo cittadino dovrebbe suonare come una rampogna ai Consiglieri del gruppo consiliare Buja bene comune, rei di aver organizzato in modo autonomo un momento di riflessione su tutte le vittime dell'Olocausto il 27 gennaio. Omettendo di scrivere che quel momento dedicato alla memoria di uno dei peggiori massacri della storia recente, il buco nero dell'Europa del secolo scorso, è stato condiviso con tutta l'opposizione e che ha visto anche la presenza del Consigliere di Buja 2022 Daniel Spizzo. Spizzo era presente alla deposizione della corona in memoria dei cittadini bujesi morti nei campi di concentramento. L'opposizione si è organizzata da sola semplicemente perché, nonostante le reiterate richieste di dare una vesta comunale alle varie commemorazioni in calendario, l'Amministrazione bujese non ha mai risposto. D'altro canto il non rispondere fa parte del suo registro "non-politico" come dimostra la nostra richiesta di convocazione del Consiglio qui pubblicata nel precedente post. Le uniche risposte, tra l'altro sufficientemente deliranti (si legga il passo evidenziato in grassetto), il Sindaco le affida a Facebook, parole imprecise e volutamente volte a confondere chi legge. Pubblichiamo quindi volentieri due lettere firmate, due riflessioni diverse pervenuteci da cittadini bujesi che esprimono però la stessa indignazione verso i contenuti del post scritto, forse troppo in fretta, da Stefano Bergagna.  
 
Post Sindaco Bergagna
"Oggi 10 febbraio è il GIORNO DEL RICORDO. La commemorazione è stata istituita con una legge dello Stato nel 2004 a ricordo del dramma dell'esodo di 350.000 italiani istriani, fiumani e dalmati e delle vittime delle foibe: un'epurazione etnica, criminale, perpetrata dai comunisti di Tito. Come per il giorno della memoria ho fatto esporre le bandiere a mezz'asta sulla piazza antistante il Municipio, per rendere onore, secondo la prassi in uso, alle vittime.
 Non si è fatta di...stinzione tra le vittime ricordate nel GIORNO DELLA MEMORIA rispetto a quelle del GIORNO DEL RICORDO. L'Amministrazione comunale le ha onorate allo stesso modo, come doveroso.  A differenza dei Consiglieri comunali Santi e Virgilio, che hanno organizzato per conto loro ( in modo superficiale vista la scarsa partecipazione) una cerimonia solo per il GIORNO DELLA MEMORIA, con tanto di corona d'alloro, a ricordo delle vittime ebraiche, omosessuali e zingari (mentre per gli italiani dell'Istria e Dalmazia non hanno fatto NULLA!) non ho ritenuto corretto fare differenze nel cerimoniale a ricordo delle vittime degli eccidi nazifascisti da quelle dei crimini comunisti. Queste differenze sul piano civile e istituzionale ( anche a livello di consiglieri comunali) sono, a dir poco, assurde!  Dispiace che qualche consigliere comunale della sinistra bujese abbia una visione cosi limitata e di parte della storia, spesso strumentalizzata solo per fini politici e per mettersi in mostra."
 
Lettera 1
Gentile signor sindico,
ai due eventi sono state dedicate due giornate, il 27 gennaio alla memoria dell’Olocausto, il 10 febbraio ai massacri delle foibe e l’esilio istriano-dalmata, entrambe promosse dal governo nazionale.
Ora, che lei ritenga più giusto celebrarle soltanto con il segnale delle bandiere a mezz’asta è una sua scelta, ancorché criticabile, in quanto si dissocia dai suggerimenti nazionali che invitano anche a mantenere viva la memoria con il ricordo. Vede, non è che Santi e Virgilio e la loro sparuta folla, in mezzo alla quale mi fregio di essere stata anch’io, (insieme a esponenti del gruppo Vivere Buja, Autonomisti e perfino Buja 2022), abbiano deciso di dedicare un accorato e compassionevole ricordo solo a zingari, omosessuali ed ebrei, vittime dell’insensata furia nazista: essi hanno molto più semplicemente ritenuto il caso di deporre una corona d’alloro, esattamente come gli anni precedenti, nel luogo deputato al ricordo, proprio di fronte al Municipio, ove è posta una lapide che reca i nomi delle vittime bujesi dei campi di concentramento. La sua assenza, quella sì, è balzata all’occhio, perché le vittime onorate non avrebbero fatto caso alla sua diversa appartenenza ideologica; diversamente, la sua presenza avrebbe sottolineato come, davanti all’orrore e alla morte, anche chi ricorda ammette che non vi sono differenze fra gli uomini.
Non vi sono invece, in Buja, lapidi che permettano la commemorazione del Giorno del Ricordo, forse solamente perché non vi fu una diretta partecipazione bujese in quel triste capitolo della Storia. E per questo nella giornata del ricordo ognuno di noi ha onorato la ricorrenza come meglio ha creduto: non credo che ciò possa definirsi strumentale, come non lo è stato il ricordo comunitario, altrimenti si
potrebbe applicare questo stesso assioma all’elenco delle date commemorative , tutte ugualmente strumentalizzabili. La prego, si fermi un attimo a riflettere: non crederà mica che Santi e Virgilio e i loro proseliti abbiano voluto privilegiare il ricordo dei morti per mano nazista, dimenticando così che anche i comunisti hanno avuto le loro gravi colpe? Sarebbe un rilievo troppo semplicistico e denoterebbe una scarsa conoscenza dell’animo umano. Che lei, come appassionato di Storia e amministratore locale, certamente non ha. Lasci dunque correre: l’astio in questi casi non nobilita, perché, lo sa anche lei, la Morte è la Grande Livellatrice.
Silva Ganzitti
 
Lettera 2
Dopo aver letto il post di Bergagna, vi invio una mia personale risposta.
Chi dimostra di non conoscere la storia è proprio il sindaco, che non riesce neppure e nascondere il livore ideologico con cui espone il suo pensiero. Personalmente non partecipo e non riconosco la giornata del ricordo, nata dopo lo smembramento della Yugoslavia, creata dalla volontà strumentalizzatrice della destra italiana. Si usano i morti delle foibe e gli esuli come clave contro un nemico che ritengono, aver battuto, il comunismo. Parteciperei volentieri e con passione, la stessa che mi avvicina alla giornata della memoria, quando lo stato italiano farà i conti con la sua storia. Quando si apriranno i nostri armadi e si faranno uscire i nostri scheletri, tutte le nefandezze perpetuate dallo stato italiano nei confronti dei croati e sloveni dalla fine della I Guerra Mondiale, delle morti, dell'uso delle foibe carsiche dei fascisti. Dell'esodo di sloveni e croati cacciati dalla loro terra, privati per legge del lavoro pubblico (per esempio). Delle morti di donne, uomini, bambini inermi durante l'occupazione di gran parte della Slovenia e della Dalmazia da parte italiana nella II Guerra Mondiale. Della deportazione nei campi di concentramento creati anche in Italia (Gonars e Visco in Friuli), di civili sloveni e croati e della conseguente morte per fame, freddo e di stenti di migliaia di persone. Quando finiremo di ritenere che il nostro esercito era formato solo da brava gente e che casomai i cattivi erano i nazisti. Almeno i tedeschi hanno fatto i conti con la loro storia, noi no.
Sarei ben lieto di partecipare ad una giornata dei ricordi, dove si possa onorare il patimento di popoli, che non è iniziato dopo l'8 settembre del 1943, ma ben prima, gia nel 1919. Dove non si contrappongono i morti degli uni a quelli degli altri, quelli scacciati o costretti ad andarsene, degli uni a quelli degli altri. Dove una sola persona morta o scacciata per la sua nazionalità,  lingua, razza è di troppo. Quando si proporrà la storia, di quello che è stato definito il confine orientale, nella sua interezza senza strumentalizzazioni e omissioni.
Mauro Pignataro